Tenere i soldi su un libretto di risparmio non offre una protezione automatica contro il pignoramento in caso di debiti. In presenza di provvedimenti giudiziari o di istanze da parte di enti di riscossione come l’ex Equitalia, sia il libretto bancario sia quello postale possono essere sottoposti a sequestro o blocco da parte dei creditori.
Come avviene il pignoramento di un libretto di risparmio
Quando un debitore non onora un’obbligazione, sia essa verso privati o verso enti pubblici, il creditore può avviare una procedura giudiziaria per ottenere il pignoramento delle somme presenti sui titoli di credito del debitore, compresi i libretti di risparmio. Il procedimento prevede alcuni passaggi formali:
- Notifica al debitore di un avviso di pagamento bonario con un termine solitamente di 60 giorni per la regolarizzazione.
- In caso di mancato pagamento, notifica della decadenza del beneficio del termine: il debitore viene avvisato che la somma rimanente dovrĂ essere saldata tutta insieme.
- Ottenimento, da parte del creditore, di un decreto ingiuntivo dal giudice, seguito dalla notifica di un atto di precetto con ulteriori 40 giorni di attesa.
- Trascorso anche questo termine, il creditore può procedere al vero e proprio pignoramento presso terzi, ovvero chiedere a banca o posta il blocco delle somme presenti sul libretto di risparmio intestato al debitore.
Ai sensi delle leggi vigenti, ai fini del pignoramento, il libretto di risparmio viene trattato in modo assimilabile a un conto corrente. Quindi, il creditore può ottenere il blocco delle somme presenti fino all’importo massimo coperto dal debito.
Pignoramento: limiti e casi particolari
La disciplina normativa distingue tra somme ordinarie e somme che abbiano origine da stipendio, salario oppure pensione. Questa differenza è fondamentale per comprendere l’effettivo rischio di pignoramento:
Libretto di risparmio con somme ordinarie
Se il libretto contiene denaro proveniente da fonti diverse dallo stipendio o dalla pensione (ad esempio risparmi personali, donazioni, risarcimenti assicurativi), l’intero saldo può essere pignorato nella misura del 100%. Non esistono limiti quantitativi come la soglia di un quinto della somma totale, applicabile invece a particolari fonti di reddito.
Somme derivanti da stipendio o pensione
L’ordinamento prevede un limite quando sul libretto vengono accreditati regolarmente la pensione o lo stipendio. In questi casi:
- Le somme depositate con questa causale sono pignorabili solo entro il limite di un quinto (20%) di quanto accreditato.
- Le somme eccedenti il cosiddetto “minimo vitale” non possono essere pignorate: la soglia del minimo vitale corrisponde al triplo dell’assegno sociale (pari a circa 1.374 euro per il 2025), che resta impignorabile.
- Secondo la piĂą recente giurisprudenza, questa tutela si applica non solo ai conti correnti ma anche ai libretti di risparmio.
Di conseguenza, se sul libretto di risparmio confluiscono rispettivamente ratei di pensione o stipendio, il creditore può agire solo sulla parte che eccede la quota protetta.
ModalitĂ operative e tempistiche del pignoramento
L’iter procedurale si basa su regole ben precise:
- Il pignoramento viene prima notificato al debitore e al terzo (la banca o Poste Italiane) che detiene le somme.
- Le somme presenti sul libretto vengono bloccate al momento della notifica: la banca non consente alcun prelievo delle somme congelate per il limite stabilito dall’atto di pignoramento e dal giudice.
- Il creditore può richiedere la restituzione delle somme fino a copertura totale del debito: se il saldo supera il debito, viene bloccata solo la cifra necessaria; se il saldo è inferiore, viene bloccato tutto l’importo disponibile.
- Accrediti successivi alla data del pignoramento possono anch’essi essere bloccati, salvo si tratti di pensioni o stipendi soggetti alle protezioni di legge.
Questi passaggi sono applicabili sia ai libretti bancari che ai libretti postali, secondo le stesse modalitĂ dei tradizionali conti correnti.
Consigli, rischi e differenze rispetto ad altri strumenti
Per chi detiene risparmi in vista di protezione patrimoniale, è importante sapere che il libretto di risparmio, pur offrendo una certa separazione rispetto al conto corrente, non è uno strumento di tutela contro i creditori.
Risoluzione di problematiche comuni
Se sui libretti vengono accreditati molti risparmi provenienti da terzi, oppure si depositano somme personali diverse da compensi retributivi o pensionistici, il saldo può essere aggredito nella sua interezza. Al contrario, chi vi riceve mensilmente stipendio o pensione, trova una parziale tutela nella normativa in tema di pignoramento.
Non esiste alcuna differenza sostanziale tra libretto postale e libretto bancario per quanto concerne le regole di pignoramento: entrambi possono essere sottoposti a blocco giudiziario. Inoltre, la Cassazione ha statuito che sono equiparabili ai fini della procedura presso terzi e rientrano tra i crediti disponibili del debitore bloccabili ex article 545 c.p.c.
La trasparenza nei rapporti bancari
Un ulteriore aspetto da considerare è la possibilità che, in caso di notifiche di pignoramento presso la banca o Poste Italiane, l’istituto deve comunicare all’autorità giudiziaria l’effettiva disponibilità delle somme. Il debitore viene formalmente informato della procedura, e non è possibile occultare giacenze presenti sui propri libretti o conti.
Per chi teme un pignoramento, affidarsi a consulenti legali o chiedere approfondimento sugli strumenti di tutela preventiva è essenziale, fermo restando che la normativa attuale tende a garantire sempre la soddisfazione dei creditori nei limiti del dovuto.
In sintesi, tenere soldi sul libretto di risparmio non protegge automaticamente dal pignoramento. Solo le somme derivanti da pensione o stipendio godono di limitate tutele; tutte le altre sono pignorabili anche al 100%. La procedura è analoga a quella dei conti correnti e prevede notifiche, blocco delle somme e intervento del giudice.