Attenzione: non tutto l’argento ha lo stesso valore. Ecco quale ti fa guadagnare di più

Il mondo dell’argento presenta moltissime sfumature che influenzano in modo determinante il suo valore, sia per chi possiede antichi oggetti di famiglia, sia per chi desidera investire. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non tutto l’argento ha lo stesso valore economico e la differenza può essere significativa a seconda della purezza, dello stato di conservazione e della destinazione d’uso.

Tipi di argento e valore intrinseco

Il valore dell’argento dipende innanzitutto dal titolo, ovvero dalla quantità di metallo puro contenuta nella lega. Il titolo viene espresso con una numerazione che indica, su mille parti, quante sono effettivamente di argento e quante di altri metalli come rame o nichel.

  • Argento 999/1000: è noto come argento puro o fine. Contiene il 99,9% di argento ed è quello che presenta la quotazione di mercato più alta. Questo tipo di argento non viene solitamente impiegato nella gioielleria di pregio, poiché la sua morbidezza lo rende poco adatto alla lavorazione e all’uso quotidiano. Lo si ritrova prevalentemente in lingotti, monete da investimento e scarti industriali, proprio per il suo elevato contenuto di metallo prezioso.
  • Argento 925/1000: conosciuto anche come “sterling”, è il tipo di argento più diffuso per gioielli e oggetti di valore superiore. La percentuale di argento è del 92,5%, e la restante parte è composta da altri metalli che ne migliorano la resistenza meccanica. L’argento sterling è molto apprezzato sul mercato e, fra quelli di uso comune, è certamente fra i più pregiati.
  • Argento 900/1000: usato spesso per monete e medaglie, ha un valore inferiore rispetto al 925 e viene identificato grazie ai marchi appositi che ne attestano la composizione.
  • Argento 835/1000: tipico delle monete, ad esempio le celebri 500 Lire italiane, e di alcuni manufatti di pregio storico.
  • Argento 800/1000: diffusissimo nell’argenteria da tavola, posateria, vassoi e cornici, è quello che si trova più facilmente nei mercatini o tra i beni di famiglia. Il valore al grammo è nettamente inferiore rispetto alle leghe più pure, anche se può comunque raggiungere prezzi interessanti quando associato a marchi di manifattura notevoli o a oggetti d’epoca.

In linea generale, più alto è il titolo dell’argento, maggiore è il suo valore economico. Questo significa che, a parità di peso, un oggetto in argento 925 sarà più remunerativo di uno in argento 800, mentre il massimo guadagno lo si ottiene solo con argento puro, ovvero 999/1000.

Oltre la purezza: altri fattori che influiscono sul prezzo

Il titolo rappresenta solo una parte dei criteri utilizzati per stimare il valore reale di un oggetto in argento. Esistono infatti ulteriori fattori in grado di incidere significativamente sulla valutazione:

  • Stato di conservazione: oggetti integri, privi di ammaccature, graffi profondi o macchie permanenti vengono stimati di più rispetto a quelli danneggiati. In particolare, per gioielli e orologi vintage, lo stato di conservazione è spesso determinante nella trattativa di vendita.
  • Marchi e punzonature: la presenza di marchi autentici e di garanzia consente di determinare il titolo e spesso anche il periodo storico di realizzazione. Soprattutto per l’argenteria antica, i timbri di fabbricazione possono aggiungere ulteriore valore, così come i punzoni di famosi atelier o orafi d’epoca.
  • La manifattura: oggetti realizzati da produttori rinomati, con motivi artistici ricercati o tecniche particolari, possono valere molto di più del semplice peso in argento. Un vassoio firmato da una delle storiche botteghe fiorentine o una cornice realizzata da un celebre artigiano del XIX secolo hanno un mercato di collezionismo che va ben oltre la semplice quotazione del metallo.
  • Rarità e domanda: alcuni oggetti, anche se realizzati con titoli non altissimi, possono essere di grande interesse per i collezionisti e venire battuti nelle aste a cifre superiori a quelle che si otterrebbero dalla fusione, specialmente se edizioni limitate o pezzi unici.

Per questo motivo, prima di vendere qualsiasi oggetto in argento è sempre consigliato consultare un esperto o un compro-oro professionale, per ottenere una valutazione corretta e non rischiare di perdere valore legato alla storia e alla fattura.

Argento come investimento: cosa scegliere per massimizzare il guadagno

Chi desidera investire in argento con l’obiettivo di trarne un guadagno reale deve puntare a soluzioni che ne garantiscano la massima liquidità e quotazione aggiornata. L’argento, a differenza dell’oro, è accessibile anche con investimenti ridotti e rappresenta un’opzione interessante per la diversificazione del patrimonio.

I prodotti più remunerativi sono:

  • Lingotti e monete in argento puro (999/1000): sono accettati ovunque e quotati direttamente al fixing di Londra, riferimento per ogni transazione internazionale. Si prestano sia per la conservazione di valore che per la facilità di rivendita.
  • Monete da investimento: alcune monete antiche o straniere in argento con titolo superiore a 900 hanno una buona circolazione e possono essere vendute a prezzi che includono sia il valore del metallo che il valore numismatico.
  • Argento “sterling” (925/1000): possedendo una alta % di argento, è la scelta migliore nel campo della gioielleria. Collane, bracciali e altri preziosi possono essere più facilmente commercializzati a livello globale, avendo uno standard riconosciuto e apprezzato dai compratori.

Va però ricordato che gli oggetti d’uso comune, anche se in argento 925, possono incontrare difficoltà nella rivendita rapida rispetto ai lingotti puri, tranne che in presenza di estimatori specifici, come nel caso dei grandi marchi della moda o dell’oreficeria internazionale.

Consigli pratici per riconoscere e vendere argento di valore

Per non sbagliare nella valutazione o nella vendita dei tuoi oggetti, è essenziale adottare alcune buone pratiche che consentono di individuare il reale guadagno potenziale:

  • Controlla sempre il punzone: ogni oggetto in argento autentico reca un marchio che identifica il titolo (ad esempio 800, 925, 999) e spesso il luogo e l’epoca di produzione. Può essere necessario l’uso di una lente e una buona luce per trovarlo e leggerlo correttamente.
  • Non affidarti solo al peso: la presenza di materiali aggiuntivi, pietre, inserti o imbottiture, spesso fa variare il peso effettivo dell’argento, penalizzando la valutazione se non tenuta in considerazione. Gli oggetti svuotabili, come alcune caffettiere, devono essere aperti e pesati senza contenuto interno.
  • Considera il valore artistico e storico: nel caso di pezzi antichi firmati, valuta la possibilità di ricorrere a un esperto di arte o di argenteria storica, per stabilirne l’autenticità e la provenienza prima di decidere la vendita.
  • Scegli canali affidabili: per la vendita di argento puro o di oggetti con alto titolo e marchio riconoscibile, l’ideale sono i compro-oro abilitati alla fusione o le piattaforme specializzate in numismatica e collezionismo.
  • Tieni d’occhio le quotazioni: il valore dell’argento oscilla secondo le dinamiche di mercato. È utile monitorare il fixing internazionale, per scegliere il momento migliore per la vendita e ottenere così il massimo ritorno economico.

Attraverso queste accortezze, potrai massimizzare il tuo guadagno vendendo solo l’argento che davvero rappresenta un investimento solido nel tempo. Ricorda che il mercato predilige la purezza e la riconoscibilità del titolo, ma non sottovalutare mai il fascino della storia nascosta dietro un vecchio oggetto d’argento, che spesso può sorprendere anche gli esperti più navigati.

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