Attenzione a queste chiamate: ecco il trucco che usano per truffarti fingendosi il tuo fornitore di energia

Negli ultimi mesi si sta registrando un allarmante aumento delle truffe telefoniche nel settore dell’energia, con una diffusione che coinvolge milioni di utenti in tutta Italia. Queste chiamate, spesso insidiose e ben architettate, sfruttano la fiducia dei consumatori fingendosi rappresentanti ufficiali dei fornitori di luce e gas o di presunti enti pubblici. Secondo i dati più recenti, il fenomeno ha raggiunto una tale ampiezza che si stima che oltre il 97% delle chiamate commerciali riguardanti l’energia siano in realtà tentativi di frode. Solo una piccola frazione, circa il 3%, proviene da operatori autentici, rendendo difficile per i cittadini distinguere tra comunicazioni legittime e truffe.

Come funzionano le chiamate truffa e quali strategie usano

I truffatori telefonici si avvalgono di tecniche sempre più sofisticate. Generalmente, la chiamata proviene da un numero che appare geograficamente vicino o riconducibile a un operatore affidabile; questa tecnica si chiama spoofing e permette di falsificare il numero visualizzato dal destinatario, facendo sembrare la chiamata proveniente da un ufficio reale o da una nota azienda energetica.

Durante la telefonata, l’interlocutore si presenta come dipendente di un operatore del settore, di un presunto ente regionale oppure, in alcuni casi, persino come incaricato di un’autorità di regolamentazione che supervisiona il mercato energetico. La conversazione si avvia con pretesti diversi:

  • Comunicazione urgente di modifica contrattuale obbligatoria dovuta a cambi normativi o a fine del mercato tutelato
  • Proposta di sconti o rimborsi straordinari sul consumo di energia, da ottenere solo aggiornando i dati del contratto
  • Presunta verifica delle fatture o dei dati personali per evitare la soppressione dell’utenza
  • Minacce di interruzione del servizio in assenza di un “aggiornamento” immediato del contratto

Nel corso della chiamata, i malintenzionati chiedono spesso di comunicare dati sensibili come il codice POD (per la luce), PDR (per il gas), il codice fiscale, l’indirizzo, fino ad arrivare anche alle coordinate bancarie e al codice IBAN. In altri casi, tentano apertamente di far sottoscrivere un nuovo contratto, facendo credere che si tratti di una semplice verifica o di un passaggio dovuto.

Obiettivi e rischi reali per i consumatori

L’obiettivo primario di queste persone è acquisire informazioni personali e bancarie o far firmare, anche solo verbalmente, nuovi contratti non richiesti, spesso poco vantaggiosi e con costi occulti. Uno degli stratagemmi più utilizzati è la simulazione di problematiche inesistenti nel tuo attuale contratto o la prospettiva di un imminente aumento delle tariffe, offrendo una fantomatica soluzione a condizioni migliori. In realtà, ciò che accade è spesso l’attivazione di un nuovo fornitore a tua insaputa, con conseguente addebito di penali o la richiesta di dati con cui poi sottrarti denaro.

In casi estremi, la cessione dei tuoi dati personali può esporre la vittima a rischi molto elevati, come il furto d’identità o la clonazione di conti e carte bancarie. Non sono rari gli episodi in cui, a seguito di queste chiamate, gli utenti si trovano abbonati a servizi non richiesti o addirittura coinvolti in truffe informatiche via SMS o e-mail. In casi ancora più gravi vengono coinvolti anche truffatori porta a porta, che, forti di dati reali ottenuti telefonicamente, si presentano a casa con false giustificazioni tentando di farsi consegnare bollette, dati e persino denaro contante.

La dimensione del fenomeno in Italia

Il problema non riguarda solo pochi sfortunati ma è ormai un’emergenza nazionale: le stime ARTE confermano che il 97% delle chiamate da “presunti” fornitori di energia sono truffe. Questi numeri indicano un sistema organizzato, con reti di call center e “agenti commerciali” paralleli che minano la fiducia dei cittadini nei confronti del mercato libero dell’energia. In molte chiamate i truffatori fingono di essere legati a consorzi regionali, enti pubblici o addirittura autorità di regolazione, alimentando confusione e senso di urgenza tra gli utenti.

Le segnalazioni sono in continuo aumento, tanto che associazioni di consumatori e operatori del settore hanno chiesto un forte intervento legislativo e una maggiore vigilanza da parte delle autorità competenti. Le fughe di dati denunciati e l’utilizzo di tecniche di social engineering rendono possibile adescare anche clienti attenti, soprattutto se non sono aggiornati sulle nuove modalità con cui operano i truffatori.

Tutelarsi e riconoscere i segnali di una truffa

Diventa fondamentale conoscere i segnali che possono svelare una telefonata sospetta. Ecco alcune buone pratiche e comportamenti per difendersi:

  • Mai comunicare dati personali o bancari al telefono, anche se l’interlocutore sembra molto informato o convincente.
  • Non credere a chi ti dice che la procedura è “urgente” o che puoi perdere il servizio di fornitura senza “aggiornare” i dati.
  • Diffida di chi dichiara di appartenere a consorzi regionali, enti di controllo o autorità pubbliche, in quanto solitamente queste comunicazioni non avvengono mai telefonicamente.
  • Prima di sottoscrivere qualsiasi contratto, verifica sempre l’identità dell’operatore contattando il tuo fornitore ai numeri ufficiali.
  • Evita di accettare modifiche o nuove condizioni proposte solo verbalmente: nessun fornitore serio chiede consenso telefonico per un cambio importante.
  • Se ricevi offerte esageratamente vantaggiose, con grandi sconti non pubblicizzati sul sito del tuo attuale gestore, presta particolare attenzione: è quasi sicuramente una truffa.

È consigliabile anche segnare il numero dal quale hai ricevuto la telefonata e, se sospetto, segnalarlo alle autorità competenti o alle associazioni dei consumatori.

Cosa fare se si cade nella trappola

Se pensi di aver fornito informazioni sensibili o di aver, magari inconsapevolmente, attivato un contratto non desiderato, è importante agire con rapidità:

  • Contatta immediatamente il tuo vero fornitore di energia e spiega l’accaduto, chiedendo la verifica della situazione contrattuale.
  • Rivolgiti a federazioni di consumatori, che possono supportarti nelle pratiche di reclamo o annullamento di contratti fraudolenti.
  • Segnala sempre il fatto all’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), che supervisiona il settore energetico e può attivare indagini su operatori e pratiche scorrette.
  • Nei casi in cui siano stati violati dati bancari, avvisa subito la banca e valuta la possibilità di bloccare o cambiare codici e carte compromesse.

La prevenzione rimane comunque la strategia migliore. Diffondere la conoscenza di questi raggiri, anche tra parenti e amici meno esperti, è fondamentale per ridurre il rischio collettivo. Un aggiornamento costante sulle tecniche di truffa aiuta a riconoscerle subito e ad evitarle.

Ricorda che nessun operatore serio chiederà mai dati sensibili telefonicamente, né attiverà contratti senza il tuo consenso documentato. In caso di dubbio, la scelta migliore è mettere giù la cornetta e ricontattare l’azienda tramite i numeri ufficiali riportati sulle bollette o sui siti istituzionali. Solo così puoi essere certo di parlare davvero con il tuo vero fornitore di energia.

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