Le zanzare rappresentano uno dei problemi più ricorrenti nei centri abitati durante i mesi caldi, obbligando molte amministrazioni comunali a ricorrere a trattamenti mirati per contenerne la proliferazione. L’adozione di prodotti chimici per la disinfestazione, seppur efficace nel breve termine, è spesso oggetto di dibattito per gli effetti su ambiente, salute pubblica e biodiversità locale.
Principi attivi impiegati nelle disinfestazioni comunali
La maggior parte dei trattamenti adulticidi e larvicidi avviati dai Comuni si basa su specifici principi attivi, selezionati per la loro efficacia contro le varie specie di zanzare. Tra i più utilizzati spiccano:
- DEET (N,N-dietiltoluamide): presente soprattutto nei repellenti destinati ai privati cittadini, ma talvolta impiegato anche in trattamenti ambientali. Vanta una protezione elevata già a basse concentrazioni (7-15%) e risulta essere il principio attivo più efficace contro i diversi tipi di zanzara, anche se è associato a rischi di irritazione cutanea e oculare. L’esposizione prolungata è sconsigliata per bambini sotto i 12 anni e donne in gravidanza o allattamento.
- Piretroidi (come la permetrina, la deltametrina e la ciflutrina): molecole sintetiche di uso comune nei trattamenti larvicidi e adulticidi svolti su aree verdi pubbliche e strade. Questi principi attivi hanno come obiettivo diretto la distruzione rapida delle zanzare adulte presenti, ma sono caratterizzati da bassa selettività, colpendo anche altri insetti utili e piccoli predatori.
- Icaridina (picaridina): approvata dal regolamento UE sui biocidi, ha una tollerabilità superiore rispetto al DEET, anche se generalmente è meno efficace nel tenere lontano l’insetto. Utilizzata spesso per la protezione personale.
- IR 3535: impiegato in soluzioni che garantiscono una barriera invisibile contro svariati tipologie di insetti e assicurano una sicurezza elevata anche per la pelle dei neonati.
Vi sono inoltre esempi di impiego di olio di neem e sostanze naturali come la citronella, diffuse generalmente in ambiente domestico, ma raramente inserite nei protocolli di disinfestazione pubblica per la breve persistenza dell’efficacia.
Modalità d’azione ed efficacia dei prodotti chimici
Gli adulticidi e larvicidi agiscono su due livelli:
- Eliminazione diretta delle zanzare adulte attraverso il contatto con l’insetticida diffuso nell’ambiente.
- Interruzione del ciclo vitale nei focolai larvali, tramite il trattamento mirato di tombini, caditoie, fontane e ristagni d’acqua.
La percentuale di successo dipende dalla copertura raggiunta e dalla persistenza del prodotto. Tuttavia, i principi attivi hanno spesso una finestra di efficacia limitata: le sostanze come i piretroidi restano attive solo per alcune ore o giorni, dopodiché sono dilavate dalla pioggia o degradate dai raggi UV. Il trattamento risulta efficace solo se eseguito in modo mirato e ripetuto secondo la periodicità raccomandata.
Il DEET, ad esempio, protegge efficacemente per 4-8 ore a seconda della concentrazione, ma va usato con cautela per il suo elevato profilo tossicologico. L’IR 3535 è in grado di respingere le zanzare anche “a distanza”, ma risulta meno potente delle molecole classiche. La citronella, al contrario, manifesta un’azione repellente solo per 30-60 minuti ed è principalmente indicata per utilizzi in ambienti poco ventilati.
Problemi e rischi ambientali della disinfestazione chimica
L’uso sistematico dei prodotti chimici comporta una serie di complicazioni ambientali:
- Resistenza degli insetti: l’impiego continuativo di piretroidi e altri adulticidi ha favorito lo sviluppo di popolazioni di zanzare super-resistenti, come già osservato in Africa con l’anofele della malaria. Questo fenomeno riduce l’efficacia dei trattamenti e pone un concreto rischio in caso di emergenze sanitarie.
- Impoverimento della biodiversità urbana: oltre alle zanzare, i prodotti chimici sterminano gli insetti predatori, tra cui pipistrelli, rondini, balestrucci e altri animali che svolgono un ruolo fondamentale nel controllo naturale delle popolazioni di zanzare. L’alterazione della catena alimentare mina la salute degli ecosistemi cittadini.
- Contaminazione delle acque di scolo: lo smaltimento di biocidi nelle acque urbane porta alla diffusa distribuzione di sostanze nocive come i piretroidi, già presenti in concentrazioni elevate. Ciò aggrava ulteriormente la qualità ambientale e potenziali impatti sulla fauna acquatica.
Oltre all’impatto sugli organismi non bersaglio, vi è il rischio di esposizione accidentale per la popolazione, specialmente se i trattamenti sono effettuati in aree frequentate da bambini, animali domestici e persone sensibili.
Efficacia, alternative e scelte future per i Comuni
Sebbene alcuni prodotti chimici offrano una protezione immediata e di breve durata nelle zone trattate, le evidenze scientifiche suggeriscono che si tratta di una soluzione parziale e non definitiva. L’efficacia concreta è spesso limitata dal fatto che la maggior parte del veleno spruzzato si disperde nell’ambiente: solo una piccola percentuale colpisce effettivamente le zanzare, mentre il resto concorre all’inquinamento urbano.
Per contrastare questa problematica, alcune amministrazioni stanno valutando e sperimentando approcci integrati per la gestione delle zanzare:
- Trattamenti biologici, come l’introduzione di larvicidi a base di Bacillus thuringiensis israelensis, che agiscono selettivamente sulle larve di zanzara senza danneggiare altri organismi.
- Promozione della biodiversità urbana attraverso la tutela di predatori naturali, come gli uccelli insettivori e i pipistrelli, efficaci nel contenere le zanzare adulte.
- Sensibilizzazione della cittadinanza per la gestione dei ristagni d’acqua nei giardini privati e negli spazi pubblici.
- Diffusione di repellenti personali sicuri per le fasce di popolazione più esposte, preferendo molecole come l’icaridina che presentano minori problematiche di tossicità.
C’è inoltre un crescente interesse verso il ricorso a repellenti naturali, seppur meno performanti delle soluzioni chimiche: sostanze come la citronella, il geraniolo e l’olio di neem offrono una blanda barriera protettiva, indicata soprattutto per ambienti chiusi e utilizzi domestici.
In sintesi, le scelte dei Comuni nel controllo delle zanzare oscillano tra soluzioni chimiche ad azione rapida e pratiche di gestione sostenibile, con la necessità di bilanciare efficacia, sicurezza e tutela ambientale. Per una protezione duratura, emerge l’importanza di interventi integrati, informazione dei cittadini e salvaguardia della biodiversità naturale.