La biodiversità globale sta vivendo una delle sue più grandi crisi, con una moltitudine di specie animali e vegetali che rischiano di scomparire definitivamente entro i prossimi decenni. Secondo stime recenti, oltre un milione di specie sono attualmente minacciate di estinzione, con tassi di perdita che non hanno precedenti nella storia umana. Questo drammatico declino non solo impoverisce il patrimonio naturale del pianeta, ma rappresenta anche una concreta minaccia al funzionamento degli ecosistemi e, di conseguenza, alla sopravvivenza stessa della nostra specie. Le cause principali di questo fenomeno sono molteplici: crisi climatica, distruzione degli habitat, inquinamento, specie invasive e attività antropiche insostenibili. Tutto ciò rischia di destabilizzare radicalmente i delicati equilibri che regolano la vita sulla Terra.
Specie simbolo a rischio di estinzione imminente
Tra le specie più emblematiche che rischiano di scomparire nei prossimi anni figurano iconici mammiferi, uccelli, anfibi, rettili e addirittura numerosi alberi e piante endemiche. A livello mondiale, l’orso polare (Ursus maritimus) è considerato un vero simbolo di questa emergenza: il suo habitat, caratterizzato dalle distese ghiacciate dell’Artico, si sta riducendo rapidamente a causa del riscaldamento globale. Le proiezioni più recenti stimano che, se il trend di fusione delle calotte polari proseguirà, potremmo perdere fino al 30% della popolazione di orsi polari già entro il 2060.
Non meno drammatica è la situazione in Australia, dove il koala (Phascolarctos cinereus) sta subendo gli effetti devastanti degli incendi intensificati dai cambiamenti climatici, oltre che dalla frammentazione degli habitat. In Sud America, specie come il giaguaro e l’armadillo gigante vedono costantemente ridursi il proprio areale a causa della deforestazione e delle attività agricole intensive.
Secondo la Lista Rossa IUCN, nella sola categoria di “pericolo critico” si trovavano nel 2024 ben 235 specie di mammiferi, 232 di uccelli, 430 di rettili, 799 di anfibi, 93 di pesci cartilaginei e ben 770 di pesci ossei. Questo indica che la crisi riguarda trasversalmente tutte le categorie tassonomiche e tutti i continenti.
Crisi globale: insetti, alberi e piante in bilico
Il rischio estinzione non riguarda soltanto animali di grande taglia o noti al pubblico, ma include anche specie meno visibili ma altrettanto fondamentali, come insetti impollinatori, alberi e piante d’interesse agricolo. Più di un terzo di tutte le specie arboree mondiali è minacciato: circa 16.425 delle 47.282 specie valutate dalla IUCN risultano in pericolo, spesso a causa di pratiche di deforestazione, incendi sempre più devastanti, eccessivo sfruttamento del legno e introduzione di specie esotiche invasive.
Numerose piante di rilevanza alimentare sono a rischio: ad esempio le specie di noci di macadamia, endemiche dell’Australia, vedono restringere progressivamente la propria area di diffusione a causa del riscaldamento globale e dei roghi. I rischi aumentano ancora nelle regioni tropicali, dove la perdita di habitat dovuta all’espansione agricola sta letteralmente cancellando ettari di foreste primarie pluviali, privando di spazi vitali anche molte specie botaniche ancora sconosciute alla scienza.
Sul fronte degli insetti, il declino delle popolazioni di api, farfalle e altri impollinatori è considerato tra i fattori più preoccupanti per la produttività agricola e la sopravvivenza a lungo termine delle piante da fiore. Gli effetti a catena sull’intero sistema alimentare globale potrebbero essere devastanti, incidendo sia sulla sicurezza alimentare che sulle economie locali.
Cause principali dell’accelerazione del rischio estinzione
Il quadro dell’estinzione delle specie è aggravato da un insieme di cause interconnesse:
- Crisi climatica: l’aumento delle temperature, la variabilità climatica e l’intensificarsi di fenomeni estremi determinano la perdita di habitat, aumentano il rischio incendi e alterano i cicli riproduttivi di numerose specie.
- Perdita e frammentazione degli habitat: la conversione di foreste, praterie e zone umide in aree agricole o urbane priva le specie degli spazi necessari per vivere e riprodursi.
- Inquinamento: l’immissione di pesticidi, plastiche, metalli pesanti e sostanze chimiche tossiche in natura altera profondamente la salute degli ecosistemi, colpendo in particolare organismi sensibili come pesci e anfibi.
- Sovrasfruttamento delle risorse: la caccia eccessiva, la pesca indiscriminata e il commercio illegale di fauna e flora contribuiscono al rapido declino delle specie vulnerabili, specialmente in paesi con legislazioni carenti.
- Specie invasive: l’introduzione involontaria o volontaria di specie esotiche spesso comporta la competizione, la diffusione di nuove malattie e lo sconvolgimento degli equilibri locali.
Questi fattori non agiscono mai isolatamente: spesso si combinano e si rafforzano a vicenda, rendendo molto difficile per le specie adattarsi o migrare verso aree più favorevoli.
L’impatto sulla società e come possiamo reagire
L’estinzione delle specie non rappresenta solo una questione etica o un impoverimento della bellezza naturale: oltre metà del PIL mondiale dipende direttamente dalle risorse e dai servizi forniti dagli ecosistemi naturali, dai processi di impollinazione all’approvvigionamento di acqua potabile, dal controllo biologico dei parassiti alla regolazione del clima. La perdita di biodiversità, quindi, rischia di mettere in crisi la sicurezza alimentare, sanitaria ed economica di miliardi di persone in tutto il mondo.
Ciò che rende ancora più allarmante lo scenario attuale è la velocità con cui il fenomeno sta accelerando: sappiamo che nei prossimi trent’anni potremmo assistere all’estinzione di decine di migliaia di specie, con conseguenze irreversibili sugli equilibri naturali e la tenuta degli ecosistemi.
Per invertire questa tendenza è indispensabile intervenire su più fronti:
- Tutela e ampliamento delle aree protette, ponendo particolare attenzione agli ecosistemi più fragili, come foreste tropicali, zone umide e barriere coralline.
- Riduzione delle emissioni di gas serra e azioni efficaci contro il cambiamento climatico.
- Ripristino degli habitat naturali degradati, mediante progetti di riforestazione, pulizia degli ambienti acquatici e gestione sostenibile delle risorse.
- Contrasto al traffico illegale di specie selvatiche e all’introduzione di specie invasive tramite controlli più stringenti e cooperazione internazionale.
- Educazione ambientale e coinvolgimento delle comunità locali nella gestione e nella protezione della biodiversità.
Il futuro della biodiversità dipende da scelte responsabili e da una nuova consapevolezza collettiva del valore insostituibile che ogni specie rappresenta. Siamo ancora in tempo per agire e scongiurare la perdita definitiva di alcuni tra i più straordinari protagonisti del nostro pianeta. Il mantenimento dell’equilibrio naturale, oggi, è una delle più grandi sfide per garantire una convivenza armoniosa tra uomo e natura nel lungo periodo.