Hai l’artrosi e fai la cyclette? Ecco cosa succede davvero alle tue articolazioni

L’artrosi è tra le patologie articolari più diffuse e spesso è fonte di dubbi sulla idoneità dell’attività fisica, specie in presenza di dolore e rigidità. In molti casi, la cyclette viene suggerita come esercizio benefico, ma è importante comprendere cosa accade realmente alle articolazioni artrosiche durante il suo utilizzo.

I reali effetti della cyclette sulle articolazioni artrosiche

La cyclette è considerata, per numerosi specialisti, una delle attività a minore impatto per le articolazioni colpite da artrosi. A differenza di sport che prevedono il carico diretto e ripetuto sulle superfici articolari (come la corsa), la pedalata avviene in catena cinetica chiusa, cioè con il piede in appoggio costante sul pedale, limitando così le sollecitazioni dannose e i microtraumi. Questo favorisce alcuni effetti positivi importanti:

  • Miglioramento della mobilità articolare: L’attività ciclica e continua della pedalata stimola la lubrificazione delle articolazioni, agevolando il movimento delle superfici e riducendo la rigidità tipica dell’artrosi. Soprattutto per ginocchia e anche, la cyclette consente di mantenere l’articolazione in movimento senza eccessive forzature cartilagine .
  • Rafforzamento muscolare: I muscoli che circondano le articolazioni (quadricipiti, ischiocrurali, glutei) vengono sollecitati e rafforzati. Una muscolatura forte sostiene l’articolazione, riducendo il carico sulla cartilagine danneggiata e stabilizzando il distretto coinvolto.
  • Miglioramento della circolazione e della resistenza: Anche in caso di artrosi, praticare cyclette contribuisce alla salute cardiovascolare e al benessere generale, senza mettere la persona a rischio di peggioramento strutturale .

Naturalmente, ogni caso va valutato singolarmente: la gravità dell’artrosi e il coinvolgimento articolare specifico possono influenzare l’effettiva tolleranza e utilità di questo esercizio.

Quando la cyclette non è indicata o richiede attenzione

Nonostante i numerosi vantaggi, esistono alcune situazioni in cui l’utilizzo della cyclette richiede particolare prudenza. Per esempio, nei casi di artrosi avanzata o se presente un conflitto femoro-acetabolare (soprattutto nell’artrosi dell’anca), l’ampiezza del movimento può causare fastidio o dolore costante durante la pedalata . Se la cartilagine è molto assottigliata, può verificarsi uno sfregamento diretto tra i capi ossei, favorendo dolore e limitazione funzionale che la cyclette può parzialmente esacerbare, soprattutto se vengono superati angoli articolari critici.

Per queste ragioni, si consiglia sempre:

  • di regolare la sella all’altezza adeguata;
  • di iniziare con sessioni di bassa intensità e durata breve;
  • di interrompere se insorge dolore acuto e persistente;
  • di consultare uno specialista per valutare il settaggio più corretto e personalizzare l’attività.

Particolare attenzione va prestata anche in caso di gonfiore articolare marcato, versamenti reattivi e presenza di osteofiti di grandi dimensioni, che potrebbero essere resi più sintomatici da alcuni movimenti specifici.

I benefici dell’attività fisica regolare sull’artrosi

Oltre alla cyclette, la letteratura scientifica sottolinea come l’attività fisica in generale sia una delle strategie più efficaci per il controllo sintomatologico e il rallentamento della progressione dell’artrosi. L’esercizio aiuta:

  • a contrastare la limitazione motoria, mantenendo elastiche le strutture articolari;
  • a prevenire l’aumento di peso, fattore determinante nella progressione e comparsa di artrosi, soprattutto alle ginocchia e alle anche ;
  • a migliorare l’umore e la percezione del dolore, grazie al rilascio di endorfine;
  • a incrementare l’equilibrio e la coordinazione, prevenendo cadute e incidenti secondari alla rigidità articolare;
  • a ridurre l’insorgenza di dolori secondari legati a postura alterata e scarsa mobilità.

Eventuali dubbi sulla possibilità di praticare cyclette o altre attività dovrebbero essere discussi con il proprio medico di fiducia o un fisioterapista, in modo da stabilire un programma di esercizio personalizzato adatto alle proprie condizioni cliniche.

Mitologia: l’attività fisica peggiora l’artrosi?

Un errore molto diffuso è ritenere che tutti i movimenti e l’esercizio fisico aggravino l’artrosi e accelerino la degenerazione articolare. In realtà, le linee guida internazionali promuovono l’attività fisica regolare, adattata alle possibilità del paziente, come strumento di gestione fondamentale della patologia . La mancanza di movimento porta, viceversa, a una maggiore rigidità, perdita di massa muscolare, peggioramento posturale e scarsa qualità della vita.

La cyclette, se utilizzata a carichi adeguati e introdotta progressivamente, è strumento di mantenimento della funzionalità articolare e della salute generale. Nei casi in cui siano presenti limiti strutturali specifici, si può valutare l’adattamento dell’attività o la scelta di esercizi alternativi: nuoto, esercizi in acqua, ginnastica dolce e stretching, che riducono ulteriormente il peso a carico delle articolazioni.

In conclusione, la cyclette rappresenta spesso una scelta intelligente e sicura per chi soffre di artrosi, purché venga inserita all’interno di un piano di movimento controllato ed ergonomicamente corretto. Il monitoraggio dei sintomi e la consulenza specialistica sono sempre raccomandati per modulare l’attività e prevenirne eventuali controindicazioni.

La cartilagine articolare, cioè il tessuto coinvolto nell’artrosi, non può essere rigenerata dalla cyclette, ma è possibile mantenere il suo funzionamento residuo e rallentare il deterioramento favorendo proprio il movimento controllato. L’inattività, al contrario, favorisce il processo degenerativo e la perdita di autonomia. Pedalare, per chi ha artrosi, può significare quindi proseguire una vita attiva e allontanare la disabilità.

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