Quando tuo figlio non mangia quasi nulla e diventa sottopeso: attenzione a questo disturbo pericoloso

Quando un bambino o un adolescente rifiuta costantemente il cibo, mangia quantità estremamente ridotte e il suo peso corporeo scende al di sotto dei valori considerati normali per età e statura, può essere in corso un serio disturbo del comportamento alimentare. Questo comportamento, se non riconosciuto tempestivamente e affrontato con l’aiuto di specialisti, può mettere a rischio sia la crescita sia la salute fisica e mentale del ragazzo.

Quando preoccuparsi: segnali da non sottovalutare

Nelle prime fasi, i genitori possono notare cambiamenti nell’atteggiamento verso il cibo: il bambino riduce progressivamente le quantità assunte, elimina alcuni alimenti, si dichiara spesso sazio o lamenta disturbi come il mal di pancia per evitare i pasti. Questi comportamenti di solito non si limitano al momento della tavola: spesso sono accompagnati da riluttanza a consumare dolci, pane, pasta e altri cibi considerati “ingrassanti”, selezione eccessiva degli alimenti e maggiore interesse per quelli ipocalorici come frutta e verdura.

Altri segnali frequenti sono:

  • Consumo dei pasti in solitudine e rifiuto di mangiare in compagnia
  • Riduzione drastica del desiderio di condividere momenti conviviali
  • Tendenza a sminuzzare il cibo, separare accuratamente gli ingredienti, eccessiva lentezza nel mangiare
  • Uso di abbigliamento largo per nascondere la perdita di peso o il proprio corpo
  • Isolamento sociale: il ragazzo frequenta meno i coetanei, tende a chiudersi in se stesso, rimane molto tempo da solo
  • Aumento del tempo trascorso su siti o social network alla ricerca di informazioni su calorie, diete o modelli estetici
  • Oscillazioni di umore, maggiore irritabilità, calo delle energie e della concentrazione
  • Possibili sintomi fisici: stanchezza, sonnolenza, pelle pallida, occhi arrossati o scuri, sensibilità al freddo
  • Quando questa situazione si protrae per settimane, accompagnata da una progressiva perdita di peso e dalla comparsa di questi segnali, è fondamentale prendere coscienza che potrebbe essere presente un disturbo alimentare come l’anoressia nervosa o, nei casi più lievi, una forma atipica che comunque necessita di attenzione.

    Le cause e i fattori di rischio principali

    L’anoressia in età evolutiva non riconosce una singola causa, ma risulta dalla combinazione di elementi psicologici, familiari e sociali. Nei bambini e adolescenti predisposti, possono svolgere un ruolo cruciale:

  • Una spiccata ansia o perfezionismo: desiderio di controllo e paura di sbagliare, che si riflettono anche nella gestione dell’alimentazione
  • Esperienze di insicurezza personale o confronto con modelli estetici irrealistici, spesso amplificati dai media e dai social
  • Eventuali difficoltà familiari, periodi di forte stress o cambiamenti importanti come lutti, separazioni o pressioni scolastiche
  • La tendenza a sovrastimare il proprio peso e preoccuparsi in modo eccessivo dell’aspetto fisico, fin dall’infanzia
  • Va sottolineato che non sempre la famiglia è la causa diretta del disturbo, ma può però faticare a riconoscerlo nelle fasi iniziali, essendo i sintomi spesso subdoli e mascherati da normali capricci o gusti alimentari. In questi casi, il confronto con il proprio pediatra è fondamentale per una prima valutazione.

    Cosa fare: i primi passi per la salute di tuo figlio

    Quando si sospetta che il proprio figlio sia a rischio (sottopeso persistente, rifiuto costante del cibo, segnali psicologici e comportamentali associati), è essenziale rivolgersi tempestivamente a professionisti qualificati. Il pediatra rappresenta il primo riferimento: grazie a una valutazione attenta, può distinguere tra una semplice fase di selettività alimentare e un vero e proprio disturbo del comportamento alimentare.

    I passi raccomandati includono:

  • Monitoraggio regolare di peso e altezza: il calcolo dell’Indice di Massa Corporea (IMC) aiuta a individuare precocemente lo stato di sottopeso
  • Colloquio familiare per raccogliere informazioni su eventuali modificazioni del comportamento, sull’umore e sulle abitudini quotidiane del ragazzo
  • Valutazione di eventuali disturbi associati: ansia, depressione, disturbi dell’umore o difficoltà scolastiche
  • Esclusione di cause organiche primarie tramite esami di base
  • Nel caso di diagnosi di disturbo alimentare, invio a uno specialista in neuropsichiatria infantile o a centri specializzati per un trattamento multidisciplinare
  • In nessun caso vanno minimizzati i sintomi o ritardato l’intervento: l’anoressia, anche se ancora a uno stadio iniziale, può determinare gravi complicanze a livello fisico (malnutrizione, alterazioni ormonali, arresto della crescita, osteoporosi precoce) e portare a una compromissione significativa della qualità di vita.

    Il ruolo della famiglia e le strategie di prevenzione

    Un ambiente familiare coeso, che riconosca e sostenga il bambino in difficoltà senza giudizio, può rappresentare la risorsa più forte nella prevenzione e nel recupero dai disturbi alimentari. Alcuni suggerimenti pratici:

  • Favorire una comunicazione aperta sulle emozioni, evitando di ridurre il problema a una questione di forza di volontà
  • Mostrare rispetto per gusti e preferenze alimentari, ma senza assecondare restrizioni immotivate o rituali con il cibo
  • Promuovere a tavola un clima sereno e privo di pressioni, evitando commenti sull’aspetto fisico
  • Limitare l’esposizione a modelli estetici irraggiungibili, condividendo con i figli informazioni critiche sull’uso dei social network e dei media
  • Collaborare con gli insegnanti e le figure educative per monitorare eventuali segnali di disagio anche a scuola
  • Rivolgersi senza esitazione ai servizi specialistici nei casi dubbi o quando i segnali di allarme persistono
  • Il recupero dalle conseguenze dell’anoressia in età evolutiva è possibile e, quando il disturbo viene riconosciuto e trattato in tempo, le probabilità di una completa ripresa sono elevate. Tuttavia, la tempestività rimane il fattore più importante: ogni giorno guadagnato nella diagnosi e nella presa in carico fa la differenza per la salute fisica e psicologica del bambino.

    In sintesi, quando un figlio non mangia quasi nulla e diventa sottopeso, è fondamentale non sottovalutare la situazione. Osservare con attenzione i cambiamenti nel comportamento e nei segnali fisici, affidarsi a una rete di professionisti e sostenere il proprio figlio con delicatezza e senza paura del giudizio sono le chiavi per prevenire esiti gravi e restituire serenità e benessere all’intera famiglia.

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