Nel vivere quotidiano, sia in casa sia in giardino, può capitare di dover gestire il problema delle odori molesti. Questi si manifestano quando le emanazioni provenienti dall’abitazione o dalla proprietà adiacente superano la cosiddetta normale tollerabilità, creando disagio ai residenti. Le molestie olfattive, ovvero le emissioni sgradevoli e persistenti che danno luogo a sensazione di fastidio o nausea, rappresentano una delle cause più frequenti di conflitto tra vicini di casa e richiedono strumenti ufficiali e precisi per una misurazione e un eventuale denuncia.
Odori molesti e tutela normativa
La legge italiana disciplina la questione degli odori molesti sia dal punto di vista civile sia da quello penale, pur senza una normativa statale specifica ed organica. Il riferimento principale è l’articolo 844 del Codice Civile, secondo cui “il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alle condizioni dei luoghi”. Questo principio vale anche per le immissioni olfattive, ossia ogni emanazione percepibile dai sensi proveniente dai fondi circostanti.
Qualora l’odore diventi insostenibile, la legge prevede che si possa agire sia in sede civile per ottenere la cessazione dell’immissione che in sede penale in caso di reiterata molestia. La Corte di Cassazione ha ribadito la gravità del reato di getto pericoloso di cose ogni volta che le esalazioni superano la soglia della normale tollerabilità, con pene che vanno dall’arresto fino a un mese o con ammende fino a 206 euro.
Come si misura ufficialmente il fastidio: olfattometria e parametri di valutazione
La misurazione ufficiale del fastidio olfattivo si basa su metodi scientifici e tecnici che consentono di oggettivare una sensazione soggettiva. In ambito europeo si utilizza lo standard UNI EN 13725:2004 chiamato “Determinazione della concentrazione di odore mediante olfattometria dinamica”. Questo protocollo prevede l’utilizzo di esaminatori di odori all’interno di laboratori specializzati, dove piccoli gruppi di persone, sottoposti a specifici campioni d’aria, devono identificare la soglia di percezione dell’odore.
Nel concreto, il metodo consiste nel:
- Prelevare campioni d’aria dalle aree in cui si sospetta la presenza di odori molesti.
- Analizzare i campioni con strumenti di olfattometria dinamica.
- Coinvolgere panel di valutatori (detti anche “nasi umani”) che esprimono la propria percezione su concentrazione, intensità e qualità dell’odore.
- Attribuire un valore numerico che rappresenta la concentrazione olfattiva del campione.
Attraverso questi dati si può stabilire se l’emissione supera i limiti di tollerabilità. Il giudice o le autorità ambientali prendono in considerazione sia le misurazioni tecniche sia le testimonianze dirette di chi subisce il fastidio. Recenti sentenze hanno sottolineato che il disagio può essere provato anche solo attraverso la dichiarazione di alcuni residenti che abbiano sperimentato direttamente la molestia.
Parametri per stabilire la tollerabilità
Il concetto di tollerabilità è centrale nella valutazione legale e tecnica. Il giudice tiene conto di diversi elementi:
- La intensità dell’odore
- La durata e la costanza delle immissioni
- La zona in cui si riscontra il problema (abitativo, produttivo ecc.)
- I soggetti coinvolti, soprattutto se sono presenti bambini, anziani o soggetti vulnerabili
Questi parametri vengono valutati sia attraverso strumenti di misura sia tramite prove testimoniali. Ad esempio, una zaffata occasionale non può essere considerata illegittima, mentre maleodoranze persistenti, soprattutto se impediscono il normale utilizzo degli spazi, possono costituire un illecito.
Denuncia e iter operativo
Segnalazione agli enti competenti
Se si sospetta la presenza di un odore molesto e si ritiene che questo superi il limite della tollerabilità, il primo passo è rivolgersi alle autorità competenti, come il Comune, l’Arpa regionale o direttamente alle forze dell’ordine. Diverse ARPA italiane hanno attivato applicativi specifici per la segnalazione di odori molesti< b>. La segnalazione può essere documentata tramite moduli e appositi registri dove annotare frequenza, intensità e orari in cui si avverte il disagio.
Accertamenti tecnici ed eventuale perizia
Gli enti preposti possono procedere al prelievo di campioni d’aria nelle zone segnalate, svolgendo analisi attraverso strumenti di olfattometria dinamica secondo la normativa UNI EN 13725:2004. Tuttavia, nei procedimenti giudiziari, la giurisprudenza ha sancito che la testimonianza dei residenti può rappresentare una prova sufficiente dell’esistenza del disturbo, senza la necessità di una perizia tecnica obbligatoria.
Istruttoria e risarcimento
Nel caso in cui venga accertato il superamento della normale tollerabilità, si può procedere sia al risarcimento del danno subito sia alla cessazione dell’immissione. Il giudice può ordinare misure correttive (installazione di sistemi di abbattimento degli odori, modifiche dei comportamenti produttivi, etc.) oltre ad eventuali sanzioni penali, laddove ricorra il reato di getto pericoloso di cose.
Ruolo dei cittadini e comunità
I cittadini hanno un ruolo chiave nel monitoraggio delle molestie olfattive. Consultando i portali delle Agenzie ambientali locali, è possibile prendere parte a progetti di partecipazione attiva, segnalando con precisione episodi di disagio e contribuendo alla raccolta di dati utili per la pianificazione di controlli e interventi mirati.
Nel valutare il fastidio, la olfattometria e la norma UNI EN 13725:2004 restano gli strumenti tecnici di riferimento. Tuttavia, il quadro normativo si affida ancora in larga misura al concetto di normale tollerabilità e alla capacità delle parti danneggiate di documentare il disagio vissuto. In attesa di una normativa specifica e aggiornata, denunciare gli odori molesti significa unire rilievi tecnici e prove testimoniali, con il sostegno delle autorità pubbliche e della giurisprudenza, per tutelare la qualità della vita nell’ambiente domestico e urbano.